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Willy

“Partire…Partire… Non sento altro che parlare di questo viaggio! Io non sono sicuro di voler partire…Oppure sì? Che confusione! Da una parte mi piace l’idea di partire perché scoprirò un luogo nuovo, farò nuove amicizie, troverò del cibo più abbondante…Sarà la volta buona che imparerò a volare! D’altra parte ho una fifa tremenda…E se cado e mi faccio male? E se mi perdo? E se i giovani fenicotteri che vivono lì mi beccano? In fondo sto tanto bene qui! Mi dispiace lasciare il mio nido ma magari ne trovo uno più bello. Sarà il mio primo viaggio e sono emozionato al pensiero dei luoghi che vedrò dall’alto. Che confusione che ho in testa! D’altronde non ho scelta, partiranno tutti ed io non voglio restare qui da solo.” Il giovane fenicottero, assorto nei suoi pensieri, non si è reso conto che le sue zampette non toccano più terra…. E’ iniziata la sua avventura!

Erano ormai settimane che la nuvola rosa volava senza sosta verso la sua meta. La stanchezza cominciava a farsi sentire. Certo, pensava Willy durante il viaggio, la migrazione alla fine, contrariamente alle angosce provate prima di partire, è la più bella esperienza del mondo sotto molti punti di vista! Solcare i mari guardando i pescherecci dall'alto, sentire l'unità del gruppo di compagni durante le tempeste, sfiorare l'erba di vaste praterie durante il volo....Quello che però Willy non sapeva ancora era che di lì a poco avrebbe vissuto un'altra bellissima esperienza.

Giunta l'ora dello zenith, una miriade di lunghe zampe arancioni approdavano su degli acquitrini dell'Africa meridionale. Finalmente il viaggio era concluso. Lo stormo rosa, tutto starnazzante e desideroso di rifocillarsi presto, agitava le ali convulsamente. Chi zampettava di qua, chi svolazzava di là, i nuovi arrivati erano tutti presi dalla fame e dalla stanchezza. Il fenicottero Willy e la sua famiglia si erano allontanati un poco dal caos generale sistemandosi su un prato ai confini del bosco. Willy si sentiva spaesato e impaurito: tutto di quel luogo gli appariva minaccioso e inospitale; non sarebbe riuscito a fare nuove amicizie, pensava, e sarebbe stata durissima ricominciare tutto da capo. Immerso in questi pensieri decise, per distrarsi, di perlustrare la zona e così entrò nella foresta.

Dopo aver percorso qualche metro attraverso la fitta vegetazione, il fenicottero incontrò una piccola lumaca sorda che mise alla prova la sua pazienza: Willy infatti la salutò ripetutamente senza però ottenere risposta alcuna. Willy era triste e sconsolato ma poi intuì che il piccolo esserino doveva essere sordo. A quel punto il nostro eroe volò su un albero lì vicino e da un ramo colse una piccolissima mela magica; la donò alla lumachina che la morsicò: l'istante successivo le era tornato l'udito! La lumaca ringraziò Willy e per mostrargli tutta la sua riconoscenza gli donò un puzzle, a simboleggiare la pazienza e la determinazione, caratteristiche tipiche della lumaca.

Willy riprese il suo cammino e dopo qualche minuto, dietro una siepe, si imbatté in un leone ferito ad una zampa. Willy cadde nello sconforto vedendo quel possente animale dolorante e a terra e così decise di aiutarlo: andò in cerca di piante medicamentose. Tornato dal re della foresta poco dopo con alcune foglie terapeutiche, le usò a mo' di benda applicandole intorno alla zampa ferita. Pochi secondi dopo il leone era in piedi, completamente guarito. In segno di riconoscenza donò a Willy una grande spada che simboleggiava il coraggio e la forza. I due nuovi amici si salutarono calorosamente e Willy riprese la sua perlustrazione.

Dopo un paio di chilometri di cammino, arrivato in una radura, Willy si imbatté in una volpe: la povera bestiola era molto affamata, allo stremo delle sue forze e sul punto di morire di stenti. Willy decise di aiutare anche lei: il fenicottero le diede i due gamberetti che si era portato come provviste. La volpe riacquistò le forze velocemente e per dimostrare tutta la sua riconoscenza donò a Willy un flauto magico: tutte le volte che Willy lo avesse suonato l'astuzia e il senso pratico, tipici della volpe, lo avrebbero aiutato e guidato. I due nuovi amici si salutarono con affetto e Willy riprese il suo cammino.

Dopo quasi un'ora il fenicottero vide in lontananza la sua famiglia, sulla soglia del bosco, dove l'aveva lasciata: senza accorgersene aveva girato in tondo. Si diresse felice verso di loro, quando all'improvviso un vecchio e saggio gufo gli si parò davanti. "Ciao" gli disse il gufo, "non ti ho mai visto da queste parti. Sei un nuovo arrivato?". "Sì signor gufo; la mia famiglia, tutta la comunità dei fenicotteri rosa ed io, siamo arrivati su questa terra solo poche ore fa", rispose Willy. "Capisco" rispose il gufo e continuò "io sono l'animale più anziano da queste parti, sono considerato il più saggio e conosco ogni cosa. Ho saputo che hai aiutato tre animali miei amici in difficoltà oggi. Abbiamo deciso di organizzare per te, la tua famiglia e per tutta la vostra comunità, una bellissima FESTA D'ARRIVO. Siete tutti quanti invitati sotto il grande albero questa sera dopo il tramonto". Dopo aver pronunciato queste parole il gufo volò via.

Willy corse dalla sua famiglia; non vedeva l'ora di comunicare la bellissima notizia a tutti quanti i fenicotteri. L'idea di partecipare ad una festa di benvenuto in loro onore lo elettrizzava e lo rendeva colmo di gioia. Le cose si stavano mettendo bene e adesso anche quel luogo, che fino a poco prima gli sembrava inospitale e minaccioso, gli appariva sotto tutt'altra luce. Una luce chiara di speranza e di amicizia.